
Primi anni 2000, Providence, Stati Uniti. Alla Rhode Island School of Design, Joe Gebbia e Brian Chesky si conoscono e diventano amici. Ma chi sono Joe Gebbia e Brian Chesky?
Sono due studenti amanti del design che vogliono diventare imprenditori. Niente di diverso, in fondo, da molti altri ragazzi come loro che li hanno preceduti e seguiti. Ma la loro creatività, il desiderio di fondare un’impresa e la tenacia nel perseguire questo sogno li porteranno molto più avanti della maggior parte degli altri.
Un’idea assurda
Dopo la laurea, la vita e il bisogno di lavorare li conduce per percorsi diversi. Capita spesso, soprattutto in America. Joe andrà a San Francisco e Brian a Los Angeles. Ma dopo qualche tempo, la frustrazione per un lavoro che non lo appaga, porterà quest’ultimo a riunirsi con il suo amico a San Francisco.
Di nuovo insieme, ma senza soldi. E la vita a San Francisco non è esattamente economica. Così qualcosa bisogna pur inventarsela per riuscire a pagare l’affitto.
Nel 2007, alla continua ricerca di una scappatoia per racimolare soldi, scoprono che a breve ci sarebbe stata la più grande convention di design del paese e che gli alberghi erano già sold out.
Perciò, hanno un’idea piuttosto stravagante: comprare tre materassi ad aria (da qui il termine “air” iniziale) ed ospitare qualcuno nel salotto. La necessità aguzza l’ingegno e velocizza i tempi; creano al volo un sito web in wordpress, “airbedandbreakfast.com” e riescono ad avere una prenotazione.
Eccitati per il successo, decidono di occuparsi dei loro ospiti andandoli a prendere in aeroporto, portandoli in giro per San Francisco e alla conferenza. Insomma, tutto si svolge esattamente come sperato, così pensano di replicare l’esperienza.
In fondo, potevano essere molte le conferenze che andavano sold out. Soprattutto pensando non solo a San Francisco, ma espandendosi anche in altre città.
I soci aumentano
Certo, a questo punto la complessità cresceva e l’ingegno da solo non era sufficiente. Avevano bisogno di un programmatore. Aspetta un attimo…ma quel primo coinquilino di Joe, quel tale Nathan Blecharczyk, non era forse un programmatore? Joe lo chiama per chiedere aiuto nella creazione della piattaforma di “Airbedandbreakfast”, che avrebbe messo in contatto persone disposte ad affittare stanze con materassi gonfiabili e clienti disponibili a prenotare pur di partecipare alle conferenze.
L’idea di riuscire a creare qualcosa di più grande non era così strana. In fondo, i tre ragazzi avevano già acquisito qualche esperienza prima di fondare l’azienda.
Brian Chesky si era laureato in design industriale e aveva lavorato come designer e stratega presso 3DID.
Joe Gebbia si era laureato in design grafico e industriale e aveva anche lavorato come designer per Chronicle Books, dove aveva sperimentato il funzionamento di un’azienda guidata dal design.
Nathan Blecharczyk era, fra i tre, probabilmente quello con più esperienza imprenditoriale. Già durante il liceo aveva fatto soldi creando una propria attività di software; si trattava di una società di web hosting che forniva servizi agli spammer. Durante la frequentazione dell’università di Harvard, aveva comunque continuato a scrivere programmi per conseguire una laurea in informatica e guadagnato abbastanza per riuscire a pagarsi da solo le tasse scolastiche (elevatissime, in America) prima di abbandonare la sua attività di web hosting e concentrarsi solo sugli studi. Sempre nel periodo di Harvard, aveva fatto anche parte dello staff commerciale di The Harvard Crimson, il quotidiano universitario.
Tuttavia, i tre fondatori non avevano alcuna esperienza nel settore dell’ospitalità o del turismo. Ciò nonostante, il loro background in design e tecnologia fornì loro le basi per sviluppare una piattaforma di prenotazione innovativa e intuitiva che avrebbe rivoluzionato il modo in cui le persone viaggiavano e cercavano alloggio.
Lo sviluppo – faticoso – del business
Nonostante le loro competenze, però, la piattaforma non sembra decollare. Gli utenti non arrivano. Solo gli investitori della Silicon Valley, invece, iniziano a parlarne, ma più per ridere dell’idea assurda. L’unica cosa che realmente incrementa sono i debiti.
Un marketplace con pochi host (altri che, come loro, erano disponibili ad affittare una stanza della casa per dormire), pochissimi utenti e, strano a dirsi oggi, nessun sistema di pagamento. I soldi venivano dati direttamente ai proprietari che dovevano attendere fino alla fine del soggiorno per essere pagati. Situazione talvolta faticosa e imbarazzante.
Nel 2008, però, arriva l’occasione perfetta. A Denver è in programma la Convention del Partito Democratico. Un giovane outsider, Barack Obama, è candidato alla presidenza degli Stati Uniti e sfida il repubblicano McCain. Gli hotel sono pochi e non riescono a soddisfare la richiesta. È il loro momento: il nuovo sito di Airbedandbreakfast riceve tantissime prenotazioni. Il miracolo pare finalmente realizzarsi!
Invece, finita la convention, il boom si esaurisce.
Evidentemente, urgeva un’idea. E Joe e Brian di idee se ne intendevano, visti gli studi che avevano alle spalle. Così, freschi dell’effetto energizzante della campagna elettorale, decidono di sfruttarla.
Comprano chili e chili di cereali – il modello di business, in fondo, prevedeva l’offerta di una colazione – e li inseriscono in confezioni da loro progettate; d’altra parte, sono grafici e designer. Quindi, le personalizzano con le caricature di Obama e del suo avversario, McCain. Ecco pronti i cereali “Obama’s O’s” e “Cap’n McCain”!
Per farsi pubblicità, ne spediscono dei campioni alla stampa che, evidentemente, trova molto divertente l’idea e la diffonde, facendo pubblicità al sito.
Ora, oltre alle prenotazioni, possono contare anche sulla vendita di scatole di cereali in edizione limitata acquistabili persino online sul sito a 40 $ a scatola. Raccolgono più di 30.000 $, che portano una prima boccata d’aria nelle loro casse vuote e servono a ripianare i debiti.
L’arrivo dei finanziamenti
Gli investitori, a questo punto, iniziano a parlarne in maniera più seria, finché Paul Graham, uno dei più famosi e fondatore di Y Combinator, gli propone di partecipare al loro programma di accelerazione di startup. Da qui, si apriranno molte possibilità.
Siamo alla fine del 2008 e tutto quello che i tre ragazzi hanno in mano sono molta energia e parecchi insuccessi precedenti. Ma la prima sembra sufficiente per provarci, come sottolinea lo stesso Paul Graham (qui trovi il suo racconto del programma di accelerazione di Airbnb):
“Ciò che era speciale con i fondatori di Airbnb era quanto fossero seri. Non facevano nulla a metà, e lo abbiamo percepito anche nell’intervista (…) L’idea non ci piaceva nemmeno così tanto. Né piaceva agli utenti, in quella fase; non avevano crescita. Ma i fondatori sembravano così pieni di energia che era impossibile che non ti piacessero. Quella prima impressione non fu fuorviante. Durante il batch il nostro soprannome per Brian Chesky era “The Tasmanian Devil”, perché come il personaggio dei cartoni animati sembrava un tornado di energia. Tutti e tre erano così. Nessuno ha mai lavorato più duramente durante il programma di Y Combinator di quanto abbiano fatto loro”.
È anche grazie a questo programma di accelerazione che vengono riviste diverse cose, fra cui il nome, che viene reso più stringato e memorizzabile: Airbnb.
Alla fine del 2008, come ricorderai, siamo in mezzo ad una delle crisi economiche più violente della storia e i tre giovani decidono di darsi veramente l’ultima opportunità. Sempre Graham prosegue:
“Quello di cui non ci rendevamo conto quando abbiamo incontrato per la prima volta Brian, Joe e Nate era che Airbnb era allo stremo. Dopo aver lavorato nell’azienda per un anno senza ottenere alcuna crescita, avevano deciso di darsi un’ultima possibilità. Avrebbero provato questa cosa di Y Combinator e se la società non fosse decollata, si sarebbero arresi. Qualsiasi persona normale si sarebbe già arresa. Avevano finanziato l’azienda con carte di credito. Avevano un raccoglitore pieno di carte di credito che avevano esaurito. Gli investitori non avevano apprezzato molto l’idea. Un investitore incontrato in un bar uscì nel bel mezzo di un incontro con loro. Pensavano che stesse andando in bagno, ma non è più tornato (…) E ora, alla fine del 2008, eravamo nella peggiore recessione degli ultimi decenni. Il mercato azionario era in caduta libera e non avrebbe toccato il fondo per altri quattro mesi”.
Insomma, era l’ultimo treno e i tre avrebbero lavorato come pazzi per riuscirci. Ma sarebbe bastato?
La risposta è nella storia.
Continua Graham: “Alla fine di gennaio 2009, a circa tre settimane dall’inizio di Y Combinator, i loro sforzi iniziarono a mostrare risultati e i loro numeri aumentarono. Ma era difficile dire con certezza se fosse una crescita o solo una fluttuazione casuale. A febbraio era chiaro che si trattava di una crescita reale. Guadagnarono $ 460 di commissioni nella prima settimana di febbraio, $ 897 nella seconda e $ 1428 nella terza”.
Nel 2009, Airbnb finì per guadagnare $ 30.000 in prenotazioni e avere circa 10.000 utenti registrati.
Cosa fece la differenza
Paul Graham e il programma di accelerazione diedero decisamente una spinta fondamentale. Graham cercò, insieme a loro, di capire cosa non funzionasse. E, guardando il sito, si accorse che le foto degli host erano terribili: poco accurate e professionali. Così, diede un consiglio alquanto strano per un acceleratore di startup, che solitamente tende a puntare su strategie scalabili (ovvero, che richiedono più o meno lo stesso impegno di tempo indipendentemente dal numero di persone a cui si rivolge). Disse ai ragazzi di creare, come prima cosa, un rapporto con i loro – al momento pochi – host, andando a conoscerli direttamente.
Questa idea, che ai tre giovani apparve quantomeno bizzarra e impegnativa (ma non erano una startup che doveva accelerare in poco tempo? Non era una strategia troppo time consuming?) si rivelò, invece, fondamentale. I fondatori incontrarono gli host di Airbnb, localizzati soprattutto a New York, così capirono chi erano e quali fossero le loro necessità. Fecero delle foto adeguate dei loro appartamenti e aggiustarono le descrizioni per renderle accattivanti. Quello che, visto da fuori, avrebbe potuto sembrare una modalità invadente, si rivelò, invece, una buona soluzione perché i proprietari, avendoli conosciuti direttamente, si fidarono.
Ciò permise di cambiare completamente le presentazioni e le camere diventarono più attraenti; l’effetto si notò subito, portando al raddoppio del fatturato.
L’evoluzione di AIRBNB
Nel tempo, i tre ragazzi non si accontentarono di crescere sul loro business di base. Si accorsero che il potenziale era enorme. Così, mano a mano che le prenotazioni aumentavano, crebbero anche le differenziazioni: camere e case iniziarono ad essere affittate anche senza la presenza dell’host, le offerte di affitti vennero targetizzate sempre di più.
Un po’ alla volta, venne introdotto anche il sistema di recensioni, in modo che i proprietari di case e gli affittuari potessero valutarsi reciprocamente. In questo modo, i primi potevano essere più sicuri che i loro ospiti non avrebbero creato dei problemi e gli utenti essere più certi che l’alloggio corrispondesse alle loro aspettative.
Inizialmente, poi, Airbnb era rivolto esclusivamente a coloro che cercavano un alloggio economico e accessibile. Tuttavia, i tre amici si resero presto conto che la loro piattaforma aveva un potenziale illimitato. Non solo potevano fornire un alloggio a basso costo, ma potevano anche offrire un’esperienza di viaggio unica e autentica.
Con questo obiettivo in mente, iniziarono a lavorare sulla creazione di un’esperienza di viaggio esclusiva. Nel 2014, lanciarono Airbnb Experiences, una piattaforma che offriva ai viaggiatori esperienze uniche e locali in ogni parte del mondo. Queste spaziavano dallo yoga sulla spiaggia in Thailandia alla creazione di gioielli in un laboratorio artigianale italiano.
Naturalmente, il successo di Airbnb è stato fortemente favorito dall’ascesa del web 2.0 e dei social media, che hanno permesso alla piattaforma di raggiungere una vasta base di utenti in tutto il mondo. Inoltre, la crescente popolarità del concetto di economia collaborativa ha spinto sempre più persone ad abbracciare l’idea di condividere i propri spazi.
Nel corso degli anni, Airbnb ha continuato a espandersi in tutto il mondo, aprendo nuovi uffici e lanciando nuove funzionalità. Ad esempio, nel 2016 ha introdotto anche Airbnb Trips, una sezione della piattaforma che consente ai viaggiatori di prenotare anche voli, noleggi auto e altre attività.
Tutto questo ha permesso un’espansione quasi senza limiti, arrivando nel 2021 ad un fatturato di quasi 6 miliardi di dollari.
Le critiche
Ovviamente, quando rompi gli schemi e crei innovazione disruptive, pesti anche qualche piede. Per cui, Airbnb non è stata affatto esente da critiche, problemi e tentativi di sabotaggio.
Ha dovuto innanzitutto competere con alberghi e bed and breakfast, andando ad inserirsi esattamente nello stesso campo. Ma, certamente più inatteso, ha dovuto anche combattere contro restrizioni governative in tutto il mondo; in alcune città, ad esempio, l’affitto di case vacanze è stato vietato o limitato, e ciò ha portato ad alcune controversie legali per Airbnb. Non solo, ha anche dovuto affrontare controversie sulle tasse locali e sui diritti degli inquilini e degli host.
Nel 2011, ad esempio, uno degli ospiti che aveva affittato un appartamento attraverso Airbnb causò danni per oltre 20.000 dollari, portando alcuni a sollevare preoccupazioni sulla sicurezza degli utenti.
L’atteggiamento dei tre soci non è comunque mai cambiato; hanno continuato a innovare e ad adattarsi, introducendo nuove funzionalità come la verifica dell’identità dei viaggiatori, il monitoraggio delle loro recensioni, il servizio clienti 24 ore su 24 e pacchetti assicurativi .
Oggi, Airbnb è una delle piattaforme di condivisione di alloggi più grandi del mondo e ha rivoluzionato il modo in cui le persone viaggiano e condividono i propri spazi.
Le innovazioni di Airbnb
Vediamo più nel dettaglio quali sono le innovazioni apportate da Airbnb che hanno reso vincente il loro business.
- Sharing Economy: Airbnb ha creato un nuovo modello di business, basato sulla condivisione di spazi privati. Il concetto di “sharing economy” ha permesso a milioni di persone di monetizzare i loro spazi inutilizzati e ha dato ai viaggiatori una scelta di alloggi più varia rispetto agli hotel tradizionali.
- Piattaforma digitale: ha realizzato una piattaforma digitale user-friendly e intuitiva che consente ai viaggiatori di cercare, prenotare e pagare alloggi in tutto il mondo in pochi clic. Questa piattaforma ha anche fornito ai proprietari di case una soluzione efficace per gestire le prenotazioni e le comunicazioni con gli ospiti.
- Esperienza personalizzata: soprattutto, ha permesso ai viaggiatori di avere esperienze uniche e personalizzate, scegliendo tra una vasta gamma di alloggi, dalle case tradizionali ai rifugi nella natura, ai castelli, ai sottomarini e persino alle case sugli alberi. In questo, si differenzia nettamente da altre piattaforme online, pur famose, come Booking.com.
- Recensioni degli utenti: Airbnb ha introdotto un sistema di recensioni degli utenti che permette di valutare la qualità dei servizi offerti dal proprietario dell’alloggio, dando agli ospiti un’idea chiara di cosa aspettarsi. E, a differenza di altri servizi, ha permesso anche ai proprietari di dare un feedback sugli ospiti, scoraggiando così l’utente dall’usare in modo poco adeguato gli spazi altrui. Se hai un comportamento negativo, difficilmente altri host ti accetteranno.
- Flessibilità: Airbnb ha dato ai proprietari di case la flessibilità di scegliere quando e come affittare la loro proprietà secondo le proprie esigenze. Da seconde case utilizzate esclusivamente alla maniera di B & B classici, fino alla propria abitazione da usare quando si è fuori o singole stanze da affittare anche quando si è presenti.
Queste innovazioni hanno permesso ad Airbnb di diventare un successo globale. Nel 2020 aveva oltre 4 milioni di annunci in 191 paesi, 150 milioni di prenotazioni e, all’esordio in Borsa, una valutazione di mercato di oltre 100 miliardi di dollari. Più del valore delle tre maggiori catene di hotel americane (Marriott, Hilton e Hyatt) messe assieme.
Una delle caratteristiche di questa società è la capacità di innovazione continua, facendo attenzione alle esigenze del mercato e alle sue mutazioni. Tanto per intenderci, fra i servizi introdotti negli ultimi anni troviamo:
- Airbnb Plus: una nuova categoria di alloggi selezionati dagli esperti di Airbnb per garantire un livello superiore di comfort, stile e qualità. Gli alloggi Airbnb Plus sono sottoposti a un rigoroso processo di verifica di qualità e offrono una serie di servizi extra, come Wi-Fi veloce, una selezione di prodotti per la colazione e lenzuola di alta qualità.
- Airbnb Experiences: consente agli ospiti di prenotare attività locali guidate da host esperti. È presente una vasta gamma di attività, dalle visite guidate a piedi alle lezioni di cucina, ai tour in barca, alle esperienze di immersione culturale e altro ancora. Alcune anche online.
- Airbnb for Work: permette alle aziende di prenotare alloggi per i propri dipendenti in viaggio di lavoro con alloggi adatti alle loro esigenze.
- Airbnb Luxe: si tratta di alloggi di lusso, selezionati dagli esperti di Airbnb per offrire un’esperienza unica e di altissimo livello. Includono ville o isole private, castelli e altre proprietà di lusso.
- Enhanced Cleaning Initiative: in conseguenza della pandemia, Airbnb ha voluto dare garanzie di igiene e sicurezza maggiore attraverso un servizio di pulizia avanzata per garantire che tutti gli alloggi fossero sicuri per gli ospiti. Gli host sono obbligati a seguire un rigoroso protocollo che include l’uso di detergenti approvati e la pulizia approfondita di tutte le superfici.
Queste innovazioni hanno permesso ad Airbnb di continuare a crescere e diversificarsi, offrendo ai viaggiatori una vasta gamma di opzioni e servizi di alta qualità.
I punti deboli
Non è tutto oro ciò che luccica. Impensabile immaginare che un’azienda di questo tipo, che è andata a stravolgere, per certi versi, il panorama del servizio turismo, possa non avere incontrato ostacoli. Tuttavia, la grande forza di Airbnb è la sua capacità di modificarsi rapidamente sulla base delle esigenze mano a mano emergenti.
I punti deboli di Airbnb, alcuni già accennati, sono:
- Regolamentazione: la regolamentazione delle case vacanze varia da città a città e da paese a paese. In alcune aree, le case vacanze sono legali e non vi sono restrizioni significative, mentre in altre ci sono limitazioni sul numero di giorni in cui gli alloggi possono essere affittati o sui tipi di alloggi che possono essere utilizzati come case vacanze. Airbnb ha affrontato diverse controversie in relazione alla sua attività e in alcuni casi ha dovuto sostenere costi legali significativi.
- Sicurezza: Airbnb ha avuto problemi con la sicurezza degli ospiti con alcuni casi di furti e aggressioni riportati negli ultimi anni. Per ovviare, ha introdotto nuove politiche di sicurezza e procedure di verifica degli ospiti e degli host per migliorare la sicurezza degli utenti.
- Qualità degli alloggi: Airbnb offre una vasta gamma di alloggi, ma la qualità varia notevolmente. Alcuni alloggi potrebbero non essere conformi alle aspettative degli ospiti, essere sporchi o inadeguati. Per questo ha aggiunto politiche per garantire la loro qualità, ma la gestione di una così vasta gamma di proprietà può essere difficile.
- Dipendenza dai mercati internazionali: Airbnb ha una forte presenza in molti mercati internazionali, ma la dipendenza da essi può rappresentare un rischio. Eventi come pandemie o conflitti politici possono influenzare la domanda di viaggi e affitti, il che può avere un impatto negativo sul business. Tuttavia, è proprio la grande diversificazione di eventi e zone in cui è allocata che rappresenta anche il suo punto di forza, in quanto permette una grande diversificazione (condizioni che interessano tutto il mondo contemporaneamente non sono così frequenti).
- Competizione: Airbnb è in concorrenza con altre piattaforme di affitto case vacanza, come VRBO e Booking.com. Queste piattaforme possono offrire caratteristiche simili o addirittura superiori rispetto ad Airbnb, il che può rappresentare una minaccia per il suo business. A cui, però, fino ad ora ha mostrato di sapere fare fronte benissimo.
Airbnb e la pandemia
Una chiara rappresentazione della resilienza dimostrata in diverse occasioni da Airbnb è stata la reazione di fronte alla pandemia, condizione che ha messo in ginocchio il settore del turismo, il suo campo di battaglia.
Tuttavia, anche di fronte ad una situazione globale e grave come questa, pur soffrendo grandemente per le prenotazioni annullate e cadute a picco, ha cercato di gestire al meglio la nuova condizione, adottando una serie di misure per resistere alla crisi.
- Ha introdotto una politica di cancellazione flessibile, senza alcuna penalità, in caso di cambiamenti improvvisi dei piani di viaggio. Inoltre, ha introdotto la modalità “Prenotazione immediata” per aiutare gli host a garantire una maggiore flessibilità nella gestione delle prenotazioni.
- Ha anche definito nuove linee guida sulla pulizia e la disinfezione degli alloggi per garantire la sicurezza degli ospiti. Airbnb ha lavorato con i suoi host per garantire che gli alloggi rispettassero queste nuove norme e ha anche introdotto un nuovo sigillo di pulizia, che indica quando l’alloggio è stato pulito e disinfettato per l’ultima volta.
- Ha poi cercato di diversificare il suo business durante la pandemia, offrendo esperienze virtuali agli ospiti, come tour guidati e lezioni di cucina, per mantenere il coinvolgimento degli utenti durante i periodi di chiusura e distanziamento sociale.
- Infine, ha affrontato la pandemia attraverso una serie di tagli di spesa, tra cui la riduzione del personale e il congelamento delle assunzioni, il che ha aiutato l’azienda a ridurre i costi e migliorare la sua resilienza finanziaria.
Grazie a queste iniziative, Airbnb è stata in grado di affrontare la pandemia in modo efficace e continua a essere un leader nell’industria degli affitti vacanza.
Cosa ci insegna la storia di Airbnb
Ora, visto il lungo elenco di caratteristiche di Airbnb, a qualcuno potrebbe venire il dubbio che sia stata pagata per parlarne. No, ecco, purtroppo non è così 😉
Il mio soffermarmi su vari aspetti pratici delle politiche di gestione e delle innovazioni apportate serve a rendere l’idea di una delle caratteristiche che le ha permesso di crescere, svilupparsi e diventare un punto di riferimento assoluto nel suo settore. E che è fondamentale non solo in questo, ma in qualsiasi business innovativo.
Non basta avere una buona idea iniziale. Non basta neppure eseguirla al meglio. Ci vogliono altri aspetti perché un’attività cresca e, soprattutto, prosperi nel tempo.
Di certo, questi tre ragazzi dimostrano come una condizione fondamentale sia la tenacia e il credere nella propria idea e investire tutta l’energia possibile nel realizzarla.
Ma, ancora di più, il grande insegnamento che dovremmo portarci a casa è la capacità di ascoltare le esigenze del proprio pubblico e adattarsi velocemente ad esse. Oggi i cambiamenti sono repentini e i gusti veloci nel modificarsi, anche in conseguenza di eventi esterni, tecnologie che cambiano la società stessa e i bisogni. Restare fermi nel proprio modello di business senza continuare ad innovarlo è una scelta che potrebbe rivelarsi assolutamente perdente.
Airbnb ha fatto dell’innovazione, diversificazione, attenzione alle nuove esigenze emergenti la sua stella polare. E questo è un grande insegnamento per tutti.
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