Risolvere problemi in modo creativo: brainstorming e metodo SCAMPER

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Risolvere problemi in modo creativo_brainstorming e SCAMPER

Nel 1957, grazie al libro Applied Imagination del pubblicitario Alex F. Osborn, si è iniziato a diffondere nel mondo il concetto e lo strumento del brainstorming. Si tratta di una tecnica di gruppo che ha lo scopo di far emergere idee creative volte alla risoluzione di un problema.

Cos’è il brainstorming

Perché questo metodo ha avuto tanto successo? Forse grazie ad uno dei principali difetti dell’essere umano, la sua tendenza a criticare 😉 Disposizione che tende a bloccare molti nell’esporre le proprie idee.
Partendo quindi dal presupposto che una delle difficoltà nello sviluppo di soluzioni originali nasca dal timore del giudizio e dalle inibizioni che noi stessi ci creiamo, questo strumento si pone l’obiettivo di eliminarle alla radice. Come? Si definisce un problema da risolvere e ci si lavora in un gruppo in cui vige la regola di non censurare alcuna soluzione venga in mente. Anzi, di proporne anche di assurde e paradossali senza che nessuno le giudichi.

La fase critica ed analitica si inserirà solo in un secondo tempo, finito l’incontro di brainstorming, cioè la fase di raccolta delle proposte.

Critiche al brainstorming

Questa tecnica ha avuto un successo e uno sviluppo incredibili, anche se non sono mancati dubbi sui suoi effetti. Soprattutto negli ultimi decenni si sono realizzati alcuni studi i cui risultati sono controversi. Secondo alcuni, il brainstorming non produrrebbe più idee rispetto agli individui che lavorano da soli ma addirittura meno. Tuttavia, altre ricerche dimostrerebbero che questi risultati dipenderebbero da una cattiva interpretazione dello strumento, una scarsa applicazione dei metodi e da altri errori negli studi che ne comprometterebbero la validità delle conclusioni.

Di certo, una considerazione sensata arriva dallo psicologo Edward De Bono che, nei suoi numerosi libri sul pensiero laterale (questo è uno, ad esempio) spiega come la creatività non possa nascere unicamente da un’eliminazione delle inibizioni, ma deve necessariamente seguire delle regole che incentivino il pensiero originale. Altrimenti sarebbe come pensare che una macchina possa andare avanti solo togliendo il piede dal freno e non anche spingendo sull’acceleratore.
E, soprattutto, chiarisce che non basta fare una sessione di brainstorming avulsa dal contesto, se nell’ambiente di lavoro non viene regolarmente stimolata e incentivata la creatività. Perché le nuove idee nascono meglio e più numerose in un ecosistema predisponente; inoltre, affiorano quando devono, non a comando nella sessione dedicata al brainstorming.

In sintesi, questa tecnica ha certamente delle qualità che, per essere potenziate, vanno unite ad altre di stimolazione attiva (e non solo di eliminazione delle inibizioni) e inserite in una cultura generale che sostenga fortemente il pensiero laterale.

L’obiettivo finale di una sessione di brainstorming può consistere in una soluzione innovativa al problema o in una lista di idee da elaborare ulteriormente per una decisione successiva.

Quando si applica

Principalmente può tornare utile in situazioni come:

  • lo sviluppo di nuovi prodotti o il miglioramento degli esistenti
  • la creazione di campagne pubblicitarie
  • la risoluzione di un problema
  • la gestione innovativa di processi
  • la creazione di progetti

Il metodo SCAMPER

A partire da questa tecnica, nasce il metodo SCAMPER, creato  proprio da uno studente di Osborn, Bob Eberle, con lo scopo di migliorare le debolezze del brainstorming per renderlo più concreto e di più facile utilizzo. Di fronte ad un problema ben identificato, questo strumento aiuta a trovare nuove idee.

SCAMPER altro non è che l’acronimo di una serie di domande e azioni utili a sviluppare il pensiero creativo. Le sette lettere del nome sono, quindi, le iniziali di verbi/parole che rappresentano equivalenti interrogativi utili a ripensare un prodotto/servizio. Questi ci aiutano a guardarlo da una diversa prospettiva.

Le sette domande di SCAMPER

  • Substitute (sostituisci)
  • Combine (combina)
  • Adapt (adatta)
  • Modify (modifica)
  • Put to another use (proponi un altro utilizzo)
  • Eliminate (elimina)
  • Reverse (rovescia)

Per capire meglio il funzionamento, trasformiamo le parole in domande:

  • Sostituisci. Qualcosa può essere sostituito?
  • Combina. È possibile combinare più elementi?
  • Adatta. Posso adattarlo alle mie esigenze?
  • Modifica. Posso cambiarlo?
  • Proponi un altro utilizzo. Posso sfruttarlo per un differente scopo?
  • Elimina. È indispensabile o posso eliminarlo/ridurlo?
  • Rovescia. Posso modificare l’ordine, la sequenza di un passaggio, un aspetto del processo?

Lo strumento si propone per essere utilizzato in contesti differenti.

Proviamo ad analizzarne la sequenza.

Centrare il problema

Innanzitutto, è necessario avere chiaro il problema da risolvere. Sembra banale, ma in realtà spessissimo le soluzioni non si trovano e le comunicazioni sono distorte proprio dal fatto che non è stato individuato, in modo univoco e condiviso da tutti, il focus esatto. Tutti danno risposte, ma ciascuno ha in testa una sfumatura differente dell’obiettivo.

Porre le domande

Una volta che sia stato chiarito bene il tema da esaminare, si procede con le domande a cui tutti devono rispondere. Nessuna opinione va sminuita o non vagliata; tutte vanno considerate ugualmente valide. Anche in questo caso, come nell’originario brainstorming, ogni censura deve essere eliminata. Non bisogna guardare alla forma che prende la proposta, ma accoglierla e poi valutare se ci possa essere qualcosa di buono anche nascosto dietro ad una formula un po’ bizzarra. Spesso è lì che si nasconde la soluzione.

Valutare le risposte

Fra le idee arrivate, si dovrà fare una prima cernita di quelle che sembrano più valide, cioè che contengono una via per la risoluzione del problema. Si dovranno comunque conservare anche le proposte inizialmente scartate, perché potrebbero tornare utili in un momento successivo, per difficoltà future.

Selezionare le idee

A questo punto, dobbiamo selezionare la o le idee definitive che risolvono al meglio il nostro quesito iniziale. È importante indicare anche la motivazione per cui si è scelta quella proposta.

Perché il metodo SCAMPER è utile

Questa tecnica ha una sua prima validità nella semplicità e velocità d’uso.

Naturalmente, funziona se veramente i membri del gruppo evitano ridicolizzazioni reciproche basate sulle risposte che arrivano. Questa è la base per permettere a ciascuno di esprimersi in libertà, gettando nel mazzo anche proposte apparentemente stravaganti ma che, analizzate con metodo successivamente, possono dimostrare un’utilità con i dovuti aggiustamenti.

Infatti, il brainstorming e il suo derivato SCAMPER sono utili quando non solo evitiamo giudizi, ma anche là dove riusciamo ad usare libere associazioni, estraendo dai contenuti anche più fantasiosi quegli elementi di validità che possono essere usati in un nuovo contesto, più adatto ai nostri scopi.

Quindi: creatività, spontaneità, libertà dai giudizi e capacità di estrarre i principi utili di una proposta, al di là dell’ambito generale in cui è inserita.

Il metodo SCAMPER è efficace?

Uno studio del 2016 ci mostra che la tecnica SCAMPER è utile per sviluppare abilità di pensiero creativo. Si è misurato l’incremento del punteggio ottenuto ad un test specifico per il pensiero creativo e la produzione di disegni (TCT-DP) fra prima e dopo il training con la tecnica SCAMPER. I risultati mostravano un significativo aumento dei punteggi.
Nella ricerca si è approfondito anche l’effetto specifico del metodo sui partecipanti e si è visto che migliorava le abilità specialmente in merito al pensiero divergente.  Il training, anche se durato solo sei settimane, dava quindi già ottimi risultati. Questo perché le domande guida della tecnica presentano un sistema concreto per aiutare a ragionare in modo flessibile e libero.

Fra l’altro, nonostante il suo focus sia sul pensiero divergente, il suo utilizzo richiede anche altre abilità cognitive come la raccolta di informazioni, la ricerca, la capacità di creare combinazioni fra elementi differenti, il pensiero flessibile ed originale, il problem solving.
Ad esempio, la lettera R, “rovescia” implica elasticità di pensiero perché richiede un ribaltamento dell’ordine presente, delle normali sequenze seguite e dei modelli utilizzati normalmente.

Un esempio pratico di utilizzo di SCAMPER

Proviamo a fare un esempio pratico. Diciamo che il tuo business è nell’ambito degli orologi. Come potresti interrogarti per modificare il tuo prodotto?

  • Sostituisci. Qualcosa può essere sostituito?
    Posso fare, ad esempio, colori differenti? O sostituire la classica rotellina con un pulsante, magari touch?
  • Combina. È possibile combinare più elementi?
    Potrei, ad esempio, combinare differenti cinturini, con materiali e colori diversi, per personalizzare al massimo il prodotto. E se più che dei cinturini creassi diversi bracciali che possono unirsi al quadrante per renderlo un orologio-gioiello?
  • Adatta. Posso adattarlo alle mie esigenze?
    Un esempio sono tutti gli orologi che sono nati negli ultimi anni che misurano pressione, ritmo cardiaco, velocità di camminata e moltissimi altri valori che possono essere un adattamento del classico orologio ad esigenze sportive o anche solo di monitoraggio della propria salute.
  • Modifica. Posso cambiarlo?
    E se trovassi forme diverse e originali del quadrante?
  • Proponi un altro utilizzo. Posso sfruttarlo per un differente scopo?
    Se faccio dei cinturini-gioiello, potrei anche togliere il quadrante e trovare un modo per fare combaciare gli estremi ed usarlo solo come braccialetto di quando in quando?
  • Elimina. È indispensabile o posso eliminarlo/ridurlo?
    C’è qualche elemento che potrei ridurre o eliminare del tutto? Ad esempio, i numeri delle ore. Oppure proprio l’intero quadrante e mostrare il meccanismo sotto facendo delle tacche che corrispondono ai numeri sulla cornice?
  • Rovescia. Posso modificare l’ordine, la sequenza di un passaggio, un aspetto del processo?
    Se volessi creare un orologio-gioiello, potrei partire dal braccialetto, vendibile anche singolarmente e abbinabile successivamente anche ad uno o più quadranti specifici per quel bracciale?

Un metodo flessibile

Il percorso è affrontabile con qualunque prodotto o servizio; l’importante è rispondere alle domande con fantasia e duttilità.
Attenzione, alcune risposte potrebbero sovrapporsi. Nel nostro esempio, per capirci, l’idea di sostituire la rotellina potrebbe essere una risposta anche alla domanda “Cosa posso eliminare?” La parte utile della sequenza, però, è quella che ci obbliga a ragionare in modo differente, trovando soluzioni divergenti. Più ne troviamo per ciascuna lettera della sequenza, maggiori sono le possibilità di estrarre qualcosa di utile o che contenga in nuce una proposta interessante, da elaborare ulteriormente.

Il bello di questo metodo è che, in realtà, può essere applicato a molti aspetti della nostra vita, non solo a prodotti e servizi. Ovunque ci sia un problema, abituarsi a vedere le cose da prospettive differenti, ci aiuta a realizzare e testare soluzioni diverse finché non troviamo quella ideale.
Se non ci credi, ti propongo un gioco divertente: hai problemi col tuo partner o con un amico? Prova a porti le sette fatidiche domande. Potrebbero venire fuori soluzioni interessanti. Male che vada, almeno ti farà sorridere 😉

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