Battere il pesce rosso. Come avere successo nel xxi secolo

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Vi è capitato di sentirvi, già da tempo, poco concentrati, confusi, disorientati? Di avere notato un calo di memoria e di attenzione? Non è un problema di Alzheimer precoce, ma la naturale conseguenza di un mondo che va sempre più veloce e di un’economia digitale basata sulla necessità di attirare la nostra attenzione.

Uno studio di Microsoft di qualche anno fa[1] riportava che il nostro tempo medio di attenzione era sceso dai 12 secondi del 2000  (e già non era tanto!) ai solo 8 secondi del 2015.
Un secondo in meno del tempo di concentrazione presente in un banale pesce rosso.

L’effetto dei social

Non è difficile immaginare il perché. In un mondo dominato da ritmi frenetici, poco tempo a disposizione e social che si contendono la nostra attenzione, puntando principalmente sull’emotività, il bombardamento continuo di stimoli ci ha portati a ridurre mano a mano la nostra capacità di concentrazione.
Siamo invece sempre più in cerca di notizie e conferme social (più che sociali) che creino nel cervello una cascata di dopamina e la sensazione del piacere.
E questo non è l’unico effetto che questi strumenti hanno sulla nostra mente[2].

Il risultato? Non solo la concentrazione, naturale conseguenza della nostra capacità di attenzione, diminuisce drasticamente, ma anche la memoria; essa infatti deriva a sua volta dalla concentrazione che permette di mantenere in mente un’informazione, elaborarla e ripeterla per trattenerla.
Quindi ci sentiamo sempre più stressati (nessuno può sopravvivere indenne ad una raffica continua di stimoli) e quello che riteniamo essere uno svago – “ma sì, mi riposo leggendo due cavolate su internet e scrollando un po’” – diventa un’inconsapevole fonte di stanchezza e perdita di tempo.
Infatti, quello che a noi sembra un breve momento per rilassarsi molto spesso divora ore della nostra vita. Non ci credete? Attivate sul cellulare una di quelle applicazioni che misurano il tempo che passate sullo smartphone o sui social; avrete delle brutte sorprese.
Non ve ne eravate accorti? Forse perché non siete concentrati e avete poca memoria 😉 .

Non siamo noi che siamo stupidi, è tutto il mondo di social e cellulari che è creato appositamente per determinare dipendenza e attirare la nostra attenzione. Per noi è tempo di vita perso, per loro sono soldi guadagnati.
In proposito, vi consiglio il bel documentario di Netflix, “the social dilemma”, che trovate recensito anche qui.

Gli elementi del successo

Ora, cosa c’entra tutto questo con il successo?
È semplice: il risultato positivo di un’iniziativa, un’impresa, un progetto non è legato ad una grande intuizione che si porta avanti da sola (come spiegavo in questo articolo). È correlato, invece, alla capacità di fare un’analisi di mercato, costruire un planning successivo all’idea, gestire la progettazione in modo efficace e organizzato, testare la validità della stessa, portare avanti il tutto con tenacia e costanza. Come diceva Edison, “il genio è per l’1% ispirazione e per il 99% traspirazione”.

Quindi, se la nostra capacità di concentrarci e regolare l’attenzione risulta ridotta ai minimi termini, è evidente che qualsiasi cosa richieda uno sforzo prolungato nel tempo e una costanza, ne verrà inevitabilmente danneggiato.

Avete presente quelle persone che hanno sempre idee grandiosi e favolose, ma non concludono mai niente?
In un mondo pieno di distratti e demotivati, chi riesce a concentrarsi e mantenere il focus, è decisamente avvantaggiato.

Purtroppo, i nativi digitali non hanno modo di accorgersi della differenza, essendo stati immersi fin dalla nascita in questo universo che in qualche modo fa parte del loro DNA. Devono sperare di avere un’ottima predisposizione alla concentrazione e dei genitori con una visione chiara e un’educazione attenta.
Chi, come me, è nato prima della rivoluzione di cellulari e social, è sottoposto allo stesso identico rischio, ma può esserne consapevole più facilmente. Nel nostro caso è più facile tornare indietro col pensiero a quando questi sistemi non esistevano, i ritmi erano meno sincopati e la nostra concentrazione non era sottoposta ad uno stress così forte.
Tuttavia, essendo certi meccanismi studiati appositamente per creare dipendenza, anche i non nativi digitali devono applicarsi con un certo sforzo per sfuggirne gli effetti.

Il differimento della gratificazione

Facciamo ora un altro passo indietro che ci aiuta a comprendere ancora meglio il rapporto concentrazione/dominio degli istinti e successo.
Noi psicologi usiamo un termine specifico per indicare la capacità di rinunciare ad un piacere immediato a favore di un maggior vantaggio nel lungo periodo: differimento della gratificazione.
Di fatto, è una competenza alla base dell’autocontrollo, un aspetto della personalità che supporta il raggiungimento di qualsiasi obiettivo. È evidente che sia essenziale nell’avere successo, visto che questo si può ottenere solo con passi costanti, regolari e programmati verso un determinato scopo in qualunque campo senza essere distratti da continue tentazioni che ci facciano deviare dall’obiettivo. Sono necessarie rinunce nel breve termine per un risultato più grande nel lungo. Che si parli di dieta, di laurearsi o di costruire un’impresa, poco cambia.

Basterebbe già il buon senso a capire come questa capacità sia fondamentale nel raggiungere dei risultati. Ma in ogni caso anche la scienza ci conforta.

L’esperimento marshmallow

Lo ha provato un famoso esperimento negli anni ’60 dello psicologo Walter Mischel (poi replicato in diverse varianti nel tempo anche su gruppi e contesti molto diversi, sempre con conferma dei risultati), denominato “esperimento Marshmallow”. Venne condotto su 600 bambini di 4 anni a cui si diede un Marshmallow, una caramella molto amata nei paesi anglosassoni. Si disse loro che, se avessero aspettato prima di mangiare la caramella, ne avrebbero ricevuta un’altra.

Qualcuno evidentemente riuscì e qualcun altro no. A distanza prima di quattordici anni e poi di quarant’anni quegli stessi ex bambini vennero sottoposti a dei questionari che valutavano vari aspetti del  carattere e dell’andamento scolastico. Bene, risultò che chi era stato in grado di esercitare un controllo cognitivo sugli impulsi immediati fin da piccolo, aveva ottenuto anche risultati scolastici migliori e più successo nella vita. Chi, invece, aveva avuto difficoltà a trattenersi, risultava poi più soggetto a sviluppare problemi comportamentali e nella socializzazione, ad avere una bassa autostima e un forte senso di frustrazione, tendenza alla rabbia, aggressività, ecc. Differenze che si notavano anche a livello neurocerebrale.
Insomma, sapere differire la gratificazione è una competenza fondamentale nella vita.

Qui un breve e divertentissimo video sull’esperimento Marshmallow

Conclusioni

E ora chiudiamo il cerchio. Cosa c’entrano i social col differimento della gratificazione?
Si è detto (ed è autoevidente) che il successo dipende dalla capacità di progettare e portare avanti con costanza un progetto in tutte le sue fasi intermedie per arrivare ad un risultato nel lungo periodo, rinunciando a varie gratificazioni immediate per ottenere un beneficio nel tempo; per fare questo, inoltre, occorre avere tenacia e concentrazione, la quale a sua volta deriva dall’attenzione.


Se continuiamo a mettere a dura prova la nostra capacità di concentrazione a favore del piacere di brevissimo periodo per ricevere ripetute scariche di dopamina, ci distraiamo regolarmente nel breve termine e ci disabituiamo sempre più, nel lungo, a reggere con costanza ad impegni duraturi. La nostra memoria, poi, altro elemento essenziale nel portare avanti con successo i nostri compiti, si riduce. La velocità con cui continuiamo a passare da un compito all’altro, da un lavoro ad una distrazione, non ci permette infatti di attivare quelle pratiche necessarie al passaggio dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine, andando profondamente ad incidere sulla nostra capacità di ritenere le informazioni.

Una ripetuta, quotidiana tendenza alla distrazione continua riduce le facoltà più direttamente collegate al successo. Pensateci la prossima volta che guarderete compulsivamente i vostri smartphone…e quando vi offriranno caramelle 😉


[1] https://www.independent.co.uk/news/science/our-attention-span-now-less-goldfish-microsoft-study-finds-10247553.html

[2] Altre conseguenze le trovi in questo articolo di FOCUS: https://www.focus.it/comportamento/psicologia/come-i-social-media-ti-cambiano-il-cervello

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