Hedy Lamarr: la diva bellissima che inventò il wifi

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Hedy Lamarr e l'invenzione del Wifi

Hedy Lamarr. Ai più giovani dei miei lettori questo nome non dirà nulla, ma a chi ha una certa età…ehm, saggezza :-), sicuramente riecheggerà qualcosa.

Hedwig Eva Maria Kiesler nasce a Vienna il 9 novembre 1914 da genitori dell’alta borghesia. Padre ebreo, direttore di banca, e madre pianista, di tradizione ebraica convertitasi poi al cattolicesimo.

Infanzia e gioventù di Hedy Lamarr

Bambina e poi donna di una bellezza straordinaria, che lascia spesso senza fiato chi la incontra, è tanto affascinante quanto forte ed intelligente e mostra uno spirito libero. La sua avvenenza e indipendenza sono tali che, a soli 12 anni, scappa un giorno di casa per partecipare ad un concorso di bellezza nella sua città. Che, neanche a dirlo, vince.

La perfezione del suo voltò ispirerà addirittura i disegnatori della Walt Disney che la prenderanno a modello per tratteggiare l’immagine di Biancaneve. E persino il personaggio di Catwoman sarà delineato su di lei.

Nonostante le molte passioni, che spaziano dalla musica alla matematica, al disegno, al teatro, a prevalere nella scelta del suo futuro è, evidentemente, quest’ultima. Inizia, infatti, a frequentare presto i Sascha Film Studios e nel 1930, a soli sedici anni, ottiene la sua prima scrittura come attrice.
Più tardi, per potere recitare, Hedy rinuncerà anche a proseguire gli studi in ingegneria solo iniziati, nei quali risultò subito evidente la sua straordinaria intelligenza.

Nel cinema la sua prima fama la dovrà, però, più che alle sue capacità recitative, alla sua parte nel film “Estasi”, realizzato nel 1933. Era appena avvenuto il passaggio dal genere muto a quello sonoro (anche se qui i dialoghi presenti sono pochissimi).
In questa pellicola, la giovanissima Hedy non solo gira la prima scena di nudo integrale della storia del cinema, ma simula anche l’orgasmo. In realtà, nulla a che vedere con le esplicite scene di sesso  a cui siamo ormai perennemente abituati nel grande schermo. Ma per l’epoca era più che sufficiente per  gridare allo scandalo e attivare la censura. E per renderla, come effetto secondario, famosa.

Il film “Estasi” aveva suscitato molto clamore non solo per le scene di nudo, ma anche perché sosteneva la libertà sessuale della protagonista che abbandonava il marito e viveva liberamente la sua sessualità. Nonostante lo scandalo, Hedy riesce comunque ad ottenere poco dopo una parte teatrale nel ruolo della principessa Sissy.

È in questo periodo che conosce il primo marito, l’industriale delle armi Fritz Mandl.

Matrimonio e fuga

Fritz Mandl, di14 anni più vecchio, è a quei tempi conosciuto come “il re delle munizioni”. Si era infatti arricchito vendendo armi a entrambi i contendenti nella guerra di Spagna. È, inoltre, finanziatore delle milizie nazionaliste Heimwehr. Il suo lavoro in periodo di nazismo e guerra e le sue buone relazioni con i gerarchi gli permettono di accumulare nel tempo grandi ricchezze.
Inizia a corteggiare Hedy senza sosta, finché lei acconsente a sposarlo nel 1933. Ma dopo un entusiasmante viaggio di nozze, la realtà si presenta subito in tutta la sua durezza.

L’attrice, di fatto, si trova rinchiusa in una gabbia dorata, “sequestrata” in un palazzo lussuoso con un’unica occupazione: fare la moglie e ricevere ospiti del marito, fra cui anche Benito Mussolini, molti gerarchi nazisti, tecnici e scienziati.

Difficile immaginare che un carattere indomito come quello di Hedy potesse accontentarsi di fare la giovane sposina ricca e annoiata. Circondata, fra l’altro, da nemici.
Infatti presto è presa dalla disperazione e, mentre l’odio verso gli ebrei continua a montare, fugge una prima volta a Budapest per potere vivere liberamente del suo lavoro, ma senza successo, poiché viene “ripescata” da Mandl.
Ci riprova all’inizio del ’37, scappando in Svizzera, dove ebbe anche una breve relazione con lo scrittore Erich Maria Remarque. Si trasferisce poi a Londra e riesce finalmente a liberarsi del marito che, sempre in quell’anno, aveva ottenuto l’annullamento del matrimonio “per motivi razziali”.

Tuttavia, questo primo terribile periodo di quasi prigionia le tornerà utile in seguito. Infatti, in casa aveva potuto assistere a numerose serate con scienziati e militari che disquisivano apertamente di tecniche, tattiche, strumentazioni e relativi problemi. Il tutto con tranquillità, probabilmente considerandola assolutamente incapace di comprendere ciò di cui si parlava e ritenendola, quindi, innocua. Invece, Hedy continuava giorno per giorno ad assimilare informazioni, tecniche e schemi su tecnologie militari e scientifiche. Che si riveleranno strategici negli anni successivi.

Primi passi da inventrice

Ma torniamo al periodo di Londra. Nella capitale inglese, l’attrice conosce il produttore cinematografico Mayer (il capo della Metro Goldwin Mayer) che non la considera come possibile attrice per i suoi film per via della precedente scandalosa pellicola. Tuttavia, lei non si perde d’animo, si imbarca sul transatlantico Normandie che ospita Mayer e i suoi artisti e riesce, alla fine, a convincerlo. Sarà lui a trovare lo pseudonimo Hedy Lamarr con cui sarà conosciuta dal grande pubblico negli anni a venire.
Inizia quindi un periodo di vent’anni, fino al 1958, in cui la Lamarr gira quasi 30 film con grandi attori e attrici, diventando famosissima.

Mentre continua il suo lavoro di attrice, si dedica assiduamente anche all’ingegneria, la sua passione di sempre. In casa passa le serate, infatti, a inventare dispositivi e soluzioni tecnologiche di ogni tipo. Da nuovi modelli di semaforo a pasticche da sciogliere in acqua per trasformarla in bevanda gassata fino a supporti di aiuto per disabili.
E, fra un’invenzione e l’altra, inizia e termina diverse relazioni e colleziona matrimoni (arriverà ad avere sei mariti!).

Ma la sua prima vera messa alla prova è nella collaborazione – oltre che nella storia d’amore – con l’aviatore e produttore cinematografico Howard Hughes (ve lo ricordate un fantastico Di Caprio che lo impersona nel film “The Aviator”?). Hughes ha l’ambizione di costruire l’aereo più veloce del mondo; incoraggia quindi lo spirito innovativo di Lamarr e le mette a disposizione un intero team di scienziati per raggiungere il suo intento. Partendo dallo studio di animali, del pesce e dell’uccello più veloci, la diva ne analizza le caratteristiche. Poi le combina in un disegno che propone di abbandonare le ali troppo squadrate degli aerei dell’epoca, non sufficientemente aerodinamiche.  

L’invenzione geniale

Tuttavia, il suo genio emergerà completamente nel 1941. In quegli anni il nazismo era esploso e, con esso, anche il conflitto. Da molto tempo Hedy è scossa e amareggiata per quella terribile guerra. E la notizia dell’affondamento della nave inglese City of Benares, che aveva causato la morte di molte persone, fra cui tanti bambini, la sconvolge completamente. Al punto da decidere che deve assolutamente fare qualcosa per fermare Hitler e i suoi sodali.
Non che questo pensiero non fosse presente in molte persone, ma dalla sua Hedy Lamarr aveva tre armi: la sua straordinaria intelligenza, le sue passioni su tecnologia e ingegneria e le passate conversazioni fra gerarchi nazisti ascoltate a casa dell’ex marito.
Fra queste, molte riguardavano le difficoltà nel guidare i siluri subacquei contro le navi avversarie; perciò decide che deve trovare un modo per aumentare l’efficacia dei siluri americani nel distruggere le flotte naziste.

I siluri venivano guidati attraverso segnali radio e la difesa da tali armi si realizzava cercando di disturbare queste frequenze con del rumore elettromagnetico. Hedy Lamarr sembrava ossessionata dai discorsi ascoltati e dal tentativo di trovare una soluzione, ma nulla di utile le sorgeva nella mente. Finché non incontra il compositore George Antheil, sperimentatore di tecniche musicali all’avanguardia. Diventano presto amici, passando molte ore a parlare di tecnologia e musica. Un giorno, mentre suonano insieme una canzone al pianoforte, Hedy ha un’illuminazione. Aveva trovato il sistema per aumentare l’efficienza dei siluri!
Mentre la Lamarr si diverte ad inseguire Antheil al pianoforte nel suo veloce passaggio da una melodia all’altra, intuisce che in quei passaggi rapidi e successivi poteva racchiudersi il sistema di potenziamento dei siluri.
Di fatto, si sarebbe potuto costruire un sistema di guida degli stessi basato sul cambio continuo delle frequenze, una sorta di codice sincronizzato e segreto fra trasmittente e ricevente che non avrebbe potuto essere disturbato dalle interferenze elettromagnetiche del nemico.
Lavorando insieme a questa idea e unendo le competenze reciproche, i due artisti mettono a punto un sistema capace di cambiare di continuo le frequenze radio di guida del siluro, rendendo praticamente impossibile fermarlo.

Il brevetto che avrebbe potuto fermare la guerra

Nel giro di qualche settimana finiscono di perfezionarlo e, nel giugno 1941, presentano la loro domanda di brevetto al Patent Office americano per il sistema da loro chiamato Secret Communication System basato su 88 frequenze (guarda caso, l’esatto numero dei tasti del pianoforte ;-)) poi ridenominato in Frequency-Hopping Spread Spectrum.

Il 7 dicembre dello stesso anno gli Stati Uniti entrano in guerra in seguito all’attacco di Pearl Harbor da parte del Giappone. L’11 agosto 1942 viene concesso il brevetto n. 2.292.387 a Hedy Kiesler e George Antheil.
Purtroppo, i pregiudizi ci mettono lo zampino e finiscono per lasciare da parte quella che avrebbe potuto essere l’invenzione decisiva per la guerra. Quel brevetto avrebbe potuto ridurre, se applicato subito, la durata del conflitto, evitare tanti altri morti, distruzioni e, probabilmente, la bomba atomica.
Avebbe potuto. Ma l’Inventor’s Council (un organismo con lo scopo di sostenere invenzioni ad uso militare e di difesa) non sembra interessato ad accettare un dispositivo bellico inventato da una diva del cinema – per di più austriaca come Hitler – e da un compositore non più sulla cresta dell’onda. Il progetto, che prevede un meccanismo simile ai rulli perforati dei pianoforti automatici per sincronizzare i salti di frequenza, viene proposto alla marina militare statunitense, ma sarà bocciato perché ritenuto troppo ingombrante per essere installato a bordo di un siluro. Così l’invenzione viene accantonata e dimenticata.

Successivamente, i due amici presentano anche un secondo progetto: un missile antiaereo che esplode automaticamente in prossimità dell’obiettivo. Quindi prima di averlo colpito, non dopo; un dettaglio importante, considerato che spesso il bersaglio viene mancato.
Ma l’interesse dell’Inventor’s Council sembra persino minore rispetto al Secret Communication System. Senza motivo, evidentemente, visto che tale sistema sarà invece usato successivamente, durante la guerra fredda, per il monitoraggio audio dei sommergibili russi. Il tutto all’insaputa dei suoi inventori grazie alla scusa della segretezza delle applicazioni militari.

La grande diffusione nel mondo

La sua vera diffusione arriverà con la fine del 1900, a brevetto ormai scaduto, grazie all’uso del telefono cellulare e del wifi. Un utilizzo quasi obbligato, visto che l’aumentare delle comunicazioni radio non avrebbe permesso di ospitare tutte le telefonate e le connessioni wireless attuali senza un dispositivo del genere.
Infatti, il sistema di Lamarr e Antheil permette di evitare interferenze fra i vari dispositivi che utilizziamo e il wifi, che usano solitamente la stessa banda di frequenza  a 2,4 GH. Senza un sistema di Spread Spectrum, scaldando qualcosa al microonde, rischieremmo di aprire il portone automatico del garage o, mandando un messaggio whatsapp, potremmo attivare l’antifurto!

Naturalmente, neanche a dirlo, persino in questo caso nulla fu riconosciuto ai due inventori. Non solo non furono distribuite le royalties, ma neanche venne dichiarata la maternità dell’idea. Il tutto a vantaggio delle compagnie delle telecomunicazioni.
Secondo un calcolo, se le fosse stato riconosciuto questo brevetto, la diva avrebbe potuto guadagnare centinaia di miliardi di dollari. Niente male per un’attrice di Hollywood 😉

Insomma, terminata la sua carriera sui palcoscenici negli anni ’60, la Lamarr dovette guardare la grande distribuzione della sua invenzione ovunque nel mondo senza che le fosse riconosciuto nulla, non solo economicamente, ma anche intellettualmente.

Le prime gratificazioni per Hedy Lamarr

Certo, una piccola gratificazione personale ce l’avrebbe potuta avere nel 1962, quando la tecnica da lei ideata con Antheil viene adottata dagli Stati Uniti (con il nome di CDMA, Code Division Multiple Access) come sistema di comunicazione a bordo delle navi impegnate nel blocco di Cuba. Ma questo avvenne circa tre anni dopo che il brevetto era scaduto e il tutto a sua insaputa. Quindi, nessun riconoscimento economico o di altro genere, fra l’altro in un periodo in cui, lato soldi, la sua situazione era nettamente meno florida e il suo equilibrio psicologico andava decisamente deteriorandosi.

Nel 1985 viene infine tolta la qualifica di segreto militare al sistema CDMA basato sul suo brevetto; è il periodo in cui si sta pienamente sviluppando la telefonia cellulare e la loro idea trova ampia applicazione non più solo nella crittografia e per scopi militari, ma anche nella telefonia mobile e nei sistemi informatici wireless, come si diceva. È da questo momento che la notizia si sparge e cominciano ad arrivare i tanto attesi riconoscimenti.

La vera rivincita personale avviene, però, poco prima della morte dell’attrice quando, nel 2000, a 87 anni, la Lamarr ottiene un importante riconoscimento per la sua attività di inventrice: l’Electronic Frontier Foundation Pioneer Award. Nel ’98 riceve anche la medaglia Kaplan, la più importante onorificenza austriaca per un inventore.
Infine, 14 anni dopo la sua morte, Hedy Lamarr entra nella National Inventor Hall of Fame insieme a grandi inventori come Edison e Marconi.
E il giorno della sua nascita, il 9 novembre, in suo onore, si celebra la Giornata dell’inventore in Germania, Austria e Svizzera. Meglio tardi che mai…

Cosa ci insegna la storia di Hedy Lamarr

Anche in questo racconto ritroviamo alcuni aspetti che abbiamo imparato a riconoscere nel mondo delle innovazioni.
Innanzitutto, l’innovazione è spesso un unire i puntini, creare nuove connessioni, vedere quello che è già disponibile e che gli altri non vedono.
Hedy salda, in un’intuizione lampo, due situazioni completamente differenti, trovando una combinazione unica: il problema delle interferenze delle frequenze radio che dirigevano i siluri e il salto da una melodia all’altra mentre “gioca” con il suo amico al pianoforte. Trovare come connettere in modo utile due universi differenti è, se vogliamo, una forma di serendipità.
Non è un caso se la creatività nasce spesso in individui con interessi molto diversi e variegati o in ambienti in cui si incontrano persone dalle culture e formazioni molto diverse. Sono le situazioni ambientali che più di altre permettono il verificarsi di incontri/scontri casuali fra idee che forniscono soluzioni a problemi aperti.

Un altro aspetto che rivediamo all’opera nella storia del brevetto di Hedy Lamarr è la presenza degli stadi creativi di Poincaré: preparazione, incubazione, illuminazione e verifica. O, se vogliamo, l’intuizione lenta di cui parla Steven Johnson. Sì, è vero che il lampo di genio avviene in un momento improvviso, ma è, di fatto, la conseguenza di una fase preparatoria, in larga parte anche inconscia, in cui la nostra mente rielabora le informazioni, mescola segretamente aspetti diversi delle nostre conoscenze e della nostra esperienza per poi riemergere, improvvisamente, con la soluzione grazie ad una connessione nuova che completa il quadro. Preceduta, però, da una lunga preparazione.

Infine, l’innovazione non è mai qualcosa di completamente nuovo e stravolgente, ma poggia sempre le basi su qualcosa che già c‘è, che va solo rielaborato, ricollegato in modo nuovo. Niente si costruisce dal nulla; ciò che ci serve, è comunque, presente nel possibile adiacente.
Ma, certo, ci vuole una mente geniale per poterlo trovare. E Hedy Lamarr era una di quella menti.

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