
Ti è mai capitato di sentirti completamente preso da ciò che stai facendo, non percepire più il tempo che passa, avere la sensazione che ciò in cui sei impegnato ti stia riuscendo bene e con straordinaria facilità, avendo l’impressione di essere quasi in uno stato di grazia? E percepire un fastidio se qualcuno ti interrompe proprio in quel momento? Complimenti, probabilmente eri entrato in uno stato di “flusso”.
Il concetto di “flusso” è stato teorizzato da Mihaly Csikszentmihalyi, uno psicologo ungherese-americano noto per le sue ricerche sulla psicologia positiva. Nel suo libro “Flow. Psicologia dell’esperienza ottimale” spiega cosa sia l’esperienza di “flow” e come possa essere ricercata e controllata.
Se vuoi comprendere anche tu il concetto di flusso in dettaglio, sapere cosa succede quando si è in questo stato, quando è più facile che si attivi, come fare per incentivarlo e i suoi correlati fisiologici e neurologici, continua a leggere.
Il flusso
Il flusso (flow in inglese) può essere definito come uno stato di totale coinvolgimento e concentrato piacere in cui una persona si immerge completamente in un’attività. In questa condizione, si sperimenta una perfetta fusione tra le competenze personali e le sfide dell’attività stessa. Csikszentmihalyi ha descritto il flusso come un’esperienza estremamente gratificante che fornisce una sensazione di totale controllo, perdita della consapevolezza di sé e un senso di tempo distorto. In questa condizione, l’individuo si trova in uno stato di completo assorbimento, dove le distrazioni esterne e le preoccupazioni personali svaniscono.
Quando siamo in un momento creativo, tendenzialmente ci troviamo in uno stato di flusso. Siamo completamente immersi in ciò che facciamo e tutto funziona al meglio.
In questo stato, le persone sono al massimo delle loro potenzialità, indipendentemente dall’attività in questione. Accade quando le abilità dell’individuo si combinano perfettamente con il compito a cui si sta dedicando, tanto da far scomparire ogni coscienza di sé.
Nel flusso, infatti, il soggetto perde consapevolezza di se stesso e si ritrova in uno stato di totale assorbimento in quello che sta facendo.
Al contrario, quando le richieste sono eccessive rispetto alle nostre capacità, si sperimenta l’ansia. Se, invece, le nostre potenzialità sono molto al di sopra del richiesto, percepiamo la noia.
Lo stato di flusso è frequente fra gli artisti e gli atleti, soprattutto quelli più bravi. Quando ci troviamo in un momento creativo, quindi, è più facile che siamo entrati in questo stato di flusso.
Gli studi neurologici sullo stato di flusso
Dagli studi neurologici su individui in stato di flusso emerge che in questa condizione il cervello consuma meno energia rispetto a quando sta affrontando un problema. Questo, probabilmente, per diversi motivi.
Sincronizzazione neurale
Innanzitutto, anche se stai facendo qualcosa di complesso, in questa condizione le zone cerebrali più utili per il compito sono maggiormente attivate, mentre quelle irrilevanti sono in una sorta di stand-by. Differenza fra le diverse parti del cervello che non si rileva, invece, quando ci si trova in una condizione di ansia o di confusione mentale, in cui molte altre zone sono attivate, creando rumore di fondo. Nel flusso, è invece come se ci fosse una concentrazione enorme, ma senza sforzo.
Durante questo stato, si osserva una maggiore coerenza tra le diverse regioni cerebrali coinvolte nell’attività, creando una sorta di sincronizzazione neurale. Essa favorisce l’efficienza e la fluidità delle operazioni cognitive, riducendo così il dispendio energetico complessivo del cervello.
Riduzione degli sforzi consapevoli
Inoltre, il cervello consuma meno energia rispetto ad altri stati di attivazione perché si riducono le attività cognitive che richiedono uno sforzo cosciente e controllato. Durante il flusso, l’individuo è immerso completamente nell’attività e sperimenta un senso di facilità e fluidità nel suo svolgimento. Ciò si traduce in una riduzione dello sforzo cognitivo necessario per eseguire compiti complessi o impegnativi.
Quindi, anche le azioni e le decisioni diventano più automatiche e facili, poiché la persona ha sviluppato una competenza elevata nell’attività in cui è coinvolta. Questo permette al cervello di eseguire il compito con minori sforzi consci, riducendo così il consumo di energia.
Riduzione di consapevolezza e critica
Infine, nel flusso si verifica una diminuzione delle attività mentali correlate alla consapevolezza di sé e alla valutazione critica. L’individuo si perde nella propria attività, dimenticando temporaneamente le preoccupazioni personali e le distrazioni esterne. Ciò riduce il carico cognitivo generale, consentendo al cervello di operare in modo più efficiente ed economico.
Le caratteristiche dello stato di flusso
Possiamo sintetizzare così le caratteristiche di questo stato di grazia:
- Coinvolgimento totale: la persona si immerge completamente nell’attività, perdendo la consapevolezza di sé e delle distrazioni esterne.
- Concentrazione intensa: si manifesta un elevato grado di concentrazione e focalizzazione sull’attività, con una riduzione delle distrazioni.
- Sfida e competenza equilibrate: l’attività presenta un equilibrio tra le capacità personali e le sfide che essa comporta. Le capacità dell’individuo sono in linea con le richieste dell’attività.
- Chiarezza degli obiettivi: gli obiettivi dell’attività sono chiari e ben definiti, fornendo una direzione e un senso di scopo.
- Sensazione di controllo: nonostante la complessità dell’attività, l’individuo sente di avere un alto grado di controllo sulle proprie azioni e di dominare la situazione. Percepisce, in modo chiaro e immediato, l’effetto delle sue azioni.
- Perdita della nozione del tempo: il tempo sembra scorrere in modo diverso durante lo stato di flusso. L’individuo può percepire una distorsione temporale, con la sensazione che il tempo passi più velocemente o più lentamente.
- Gratificazione intrinseca: l’esperienza di flusso è gratificante di per sé, indipendentemente da ricompense esterne. L’individuo trova piacere e soddisfazione nell’attività stessa.
- Assenza di autoconsapevolezza: durante il flow, l’individuo sperimenta una riduzione dell’autoconsapevolezza e delle valutazioni critiche su di sé, focalizzandosi completamente sull’attività. Non si preoccupa di stanchezza, fame, sonno o di altri stimoli esterni o interni.
- Sensazione di fluire senza sforzo: Le azioni e le decisioni si svolgono in modo automatico e naturale, senza richiedere uno sforzo cosciente e controllato, nonostante la concentrazione e l’impegno siano al massimo.
Per quanto possa sembrare uno stato di grazia di esclusivo dominio di pochi fortunati, in realtà è qualcosa che probabilmente hai sperimentato anche tu, più di una volta. Quando hai vissuto un tempo particolarmente produttivo e gratificante, in cui eri totalmente immerso nel tuo lavoro o in un hobby in cui hai ottenuto risultati nettamente al di sopra della tua media, eri in uno stato di flusso.
Cosa accade nel cervello durante una esperienza di flusso
Quando siamo in uno stato di flusso, ci sono modifiche anche a livello neurologico. Vediamo quindi ciò che risulta ad oggi, mentre ricerche ulteriori sono in corso per conoscere sempre di più.
Le onde cerebrali tipiche
Partiamo da come funziona normalmente il nostro cervello. La sua attività crea delle onde cerebrali, cioè oscillazioni ritmiche di attività elettrica. Queste onde hanno diverse frequenze a seconda dello stato in cui ci troviamo.
Durante la veglia e le normali attività, nel nostro cervello sono presenti delle onde beta, cioè oscillazioni che vanno dai 12 ai 30 hertz circa. In stato di flusso, invece, subentrano onde di tipo alfa, caratterizzate da una frequenza che va dagli 8 ai 12 hertz, e che, solitamente, sono tipiche della veglia ad occhi chiusi, del relax, dell’introspezione e degli istanti precedenti l’addormentamento. Ciò permette uno stato di rilassamento attivo, in cui l’individuo è concentrato e immerso nell’attività senza sforzi eccessivi.
Riduzione di attività del DMN
Inoltre, si osserva anche una riduzione dell’attività nella rete del default mode (DMN), cioè quella coinvolta nei processi di auto-riflessione, vagabondaggio mentale e divagazione. Ciò indica una diminuzione del rumore mentale e una maggiore focalizzazione sull’attività corrente.
Maggiore sincronizzazione neurale
Altra variabile specifica in questa esperienza è l’aumento della sincronizzazione neurale: durante lo stato di flusso, si verifica un aumento della sincronizzazione tra le diverse regioni cerebrali coinvolte nell’attività. Questa sincronizzazione favorisce una maggiore efficienza e coordinazione delle funzioni cerebrali, facilitando l’elaborazione delle informazioni e la fluidità delle azioni.
Minore attività della corteccia prefrontale
Un altro aspetto importante è che, durante il flusso, c’è una riduzione dell’attività della corteccia prefrontale, che rappresenta la parte del cervello che ospita la maggior parte delle nostre funzioni cognitive superiori. Lo stesso senso di sé è generato proprio in questa zona del cervello. Per cui, essendo in grande parte disattivata in questa condizione, si spiega questa scomparsa di consapevolezza di sé per concentrarsi totalmente sul compito. Non solo, la parte dorsolaterale della corteccia prefrontale è adibita alla nostra coscienza critica, cioè quella vocina di dubbio e, a volte, vera e propria censura, che tendiamo talvolta ad avere nei nostri confronti. Tolta questa, diventiamo meno critici e aumentiamo il nostro coraggio; ciò ci permette un maggiore afflusso di pensieri e azioni spontanee.
Sostanze neurochimiche
Infine, il cervello produce una vera e propria cascata di sostanze neurochimiche: noradrenalina, dopamina, anandamide e serotonina. Tutte sostanze che inducono piacere, migliorano performance, motivazione, gratificazione e impattano positivamente sulla creatività. Ad esempio, sia la dopamina che la noradrenalina aumentano la focalizzazione e incrementano le possibilità immaginative raccogliendo maggiori informazioni. Inoltre aumentano il collegamento fra le idee secondo nuovi percorsi. L’anandamide influenza la sensazione di benessere e, secondo alcuni studi, stimolerebbe il pensiero laterale espandendo la dimensione del database in cui vengono ricercate le informazioni.
Il flusso e la sua relazione con creatività e produttività
L’esperienza di flusso può quindi dare un contributo importante alla produzione creativa, perché in questo stato le distrazioni esterne si riducono, la consapevolezza di sé è minima, l’attenzione e la concentrazione sono estremamente focalizzate, il giudizio critico è assente, ci sono serenità, gioia e passione per ciò che stiamo facendo.
Sono state svolte alcune ricerche per verificare l’incidenza dell’esperienza di flusso nei processi di problem solving e nella produttività lavorativa.
In uno studio svolto in Australia è stato sottoposto, a 40 persone, un “rompicapo” complesso, che richiedeva spiccate abilità di pensiero creativo: nessuno dei partecipanti è riuscito a risolverlo. Nella seconda parte dell’esperimento è stato indotto, nei soggetti, uno “stato di flusso” (tramite una stimolazione magnetica transcranica) e 23 di loro sono riusciti a trovare la soluzione in pochissimo tempo.
Allo stesso tempo, un altro studio della McKinsey che ha coinvolto circa 5.000 manager esperti delle risorse umane ha mostrato che, quando i manager hanno lavorato in uno “stato di flusso”, sono stati cinque volte più produttivi della media. Anche altri studi mostrano risultati simili.
Secondo Teresa Amabile, docente di psicologia della Harvard Business School, le persone risulterebbero più creative non solo nel flusso, ma anche il giorno dopo una flow experience.
Entrare in uno stato di flusso
Ma come si fa ad entrare in uno stato di flusso? La ricetta matematica per garantirti l’entrata in questa condizione non c’è, ma esistono alcuni principi da seguire che, applicati in maniera soggettiva (cioè secondo i propri interessi, capacità, bisogni personali) ti avvicinano alla possibilità di raggiungerla. Diciamo che sono le condizioni di minima, poi ciascuno trova attività differenti che possono permettergli di ottenere queste basi per l’entrata nel flow.
- Per prima cosa, elimina (o riduci al minimo) gli elementi che ostacolano il flusso: elevati livelli di ansia, uno scarso autocontrollo, un’eccessiva preoccupazione per i giudizi e le critiche degli altri, una scarsa concentrazione o motivazione, sfiducia nelle proprie abilità. Ovviamente, la situazione è soggettiva perché dipende da ciascuno di noi quanto questi livelli di ansia siano alti e quanto incida su di noi il giudizio altrui, ad esempio. E differenti possono essere i modi, di conseguenza, per riuscire a ridurli.
- Poi, trova un’attività impegnativa e stimolante. Scegli un’attività che sia sfidante ma non troppo difficile da affrontare. Trova un equilibrio tra le tue abilità e le sfide che il compito presenta, in modo da rimanere concentrati e coinvolti. Anche in questo caso, per ciascuno di noi può trattarsi di qualcosa di differente, a seconda dei nostri gusti e passioni: imparare una nuova lingua, scrivere un saggio, fare una partita a scacchi, una lezione di chitarra, ecc. La cosa essenziale, è che si tratti di qualcosa che fai per te, per il tuo divertimento, per la tua crescita e la tua realizzazione. Non, quindi, seguendo aspettative e desideri altrui. E anche in questo caso, ci vuole una certa dose di consapevolezza per distinguere i propri sogni da quelli di chi ci sta a cuore; a volte siamo talmente abituati a dare importanza all’immagine che gli altri hanno di noi o alle loro aspettative, che fatichiamo anche a discernere cosa vogliamo noi e cosa le persone che ci circondano.
- All’interno di ciò che hai deciso di fare, stabilisci degli obiettivi realistici. Il che significa motivanti, quindi ad un livello superiore a quello in cui ti trovi ora, ma non frustranti, cioè troppo al di sopra delle tue possibilità attuali. Se si tratta di migliorare negli scacchi, dovrai giocare con qualcuno un po’ più bravo di te, non certo con Kasparov 😉 Se vuoi imparare a dipingere partendo da zero, devi aspettarti di imparare le tecniche di base, non di diventare in due mesi come Van Gogh.
- Crea un ambiente favorevole: assicurati di essere in un ambiente che favorisca la tua concentrazione e il tuo coinvolgimento. Trova un luogo tranquillo, organizzato e confortevole dove poterti dedicare all’attività.
- Elimina le distrazioni: focalizza le energie e l’attenzione eliminando tutte le fonti possibili di distrazione. Crea uno spazio “isolato”, spegni il cellulare, disattiva le notifiche e ritagliati del tempo di qualità dedicato esclusivamente all’attività scelta senza che possano esserci delle interruzioni.
- Sperimenta una sensazione di controllo: cerca di sentirti in controllo dell’attività che stai svolgendo. Identifica le aree in cui hai il potere di prendere decisioni e di influenzare l’esito del compito.
- Coltiva l’interesse e la curiosità: Sviluppa un genuino interesse per ciò che stai svolgendo. Sii curioso, esplora e scopri dei nuovi aspetti per mantenere vivi l’interesse e la motivazione.
- Quando tutte queste condizioni iniziano a trasportarti nel flusso, goditi questo momento, vivilo a fondo, lascia da parte le preoccupazioni passate o future e gustati ciò che stai facendo nel qui e ora, lasciandoti guidare dalla passione.
- Sii paziente e persistente: L’entrare in uno stato di flusso può richiedere tempo e pratica. Non scoraggiarti se non riesci subito. Continua a esplorare attività diverse, sperimenta e trova ciò che funziona meglio per te.
Un piccolo consiglio in più
Ci sono persone che fanno molta fatica a ritagliarsi dello spazio solo per sé, perché gli sembra di non fare nulla e si sentono in colpa. Se sei una di queste persone, inizia con il prenderti poco tempo per dedicarti all’attività in cui vuoi entrare in flow. Definisci al meglio i punti sopra e poi parti con soli cinque minuti al giorno, ad esempio, così non ti sentirai in fallo e fannullone.
Questo perché se organizzi ciò che serve per agevolare il flusso, cioè realizzi i punti sopra, e poi tutto il tempo lo passi a sentirti in colpa, evidentemente annulli ogni effetto benefico e la capacità di concentrarti sul compito. Cinque minuti al giorno è un tempo talmente piccolo che nessuno può dire di non avercelo e di non poterselo prendere. Poi, una volta che ti sarai abituato a questo spazio e ne vedrai gli effetti positivi, potrai espandere un po’ alla volta il tempo che gli dedichi fino a raggiungere quello giusto per i tuoi obiettivi. Ma sempre in maniera molto graduale.
In conclusione
Sperimentare uno stato di flusso, è un’esperienza meravigliosa ma non inarrivabile: può capitare (e probabilmente ti è già capitato) a ciascuno di noi. Tuttavia, c’è chi riesce ad entrarci più facilmente e più frequentemente e chi fatica maggiormente. Per questo ti ho spiegato come ci si possa arrivare in modo più semplice.
Perché è un’esperienza importante, che può arricchirci e che stimola molto la produttività e la creatività, influendo anche sul nostro benessere e sulla nostra motivazione. Qualunque sia l’attività che riesce a stimolarcelo.
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