
Come abbiamo visto nell’articolo precedente, il Design Thinking è un approccio molto utilizzato per l’innovazione di prodotti e servizi ed è composto da varie tecniche, a seconda dell’obiettivo a cui si punta. Nella creazione di soluzioni, il modello più utilizzato è il creative problem solving (CPS).
[Se, prima di addentrarti in questa tecnica particolare, vuoi capire qualcosa di più sul tema in generale, leggi il mio articolo sul problem solving].
Il CPS è un processo ben definito che può aiutare nella definizione di un problema e nell’implementazione delle soluzioni. Spesso viene usato per trovare nuovi prodotti o servizi e comprendere i bisogni degli utenti, ma può essere utilizzato per qualsiasi necessità, anche strettamente personale.
Inizialmente formalizzato come un processo da Alex Osborn (inventore del brainstorming tradizionale) e Sidney Parnes, è stato poi diffuso attraverso l’International Center for Studies in Creativity presso il Buffalo College di Buffalo, New York, dagli anni ’50.
Vantaggi
– Uno dei suoi punti di forza è l’alternanza di fasi divergenti e convergenti del pensiero; le prime generano molte possibilità, le seconde richiedono la valutazione delle alternative e la scelta della migliore. Usare contemporaneamente questi due processi di pensiero può portare a confusione ed esitare in un processo non ottimale, per questo è importante separarli in momenti differenti.
– Il CPS permette di valorizzare la creatività del singolo o degli individui che fanno parte di un team di innovazione. In quest’ultimo caso, fondamentale è la centralità dell’utente, dei suoi bisogni e dei suoi valori per centrare una soluzione che sia utile ed interessante per loro.
– E’ un processo che aiuta ad indurre un cambiamento di prospettiva, utile soprattutto nel risolvere problemi particolarmente difficili.
– Si facilita, inoltre, la creazione di idee multiple, aumentando la possibilità che una di queste sia quella vincente.
Le fasi del CPS
Il CPS prevede innanzitutto la scomposizione di un problema per comprenderlo, la generazione di idee per risolverlo e la valutazione di tali idee per trovare le soluzioni più efficaci. Ci sono modelli differenti con piccole varianti, ma i punti essenziali sono simili e sono quelli che elenco di seguito.
- Identificare il problema
- Fare una ricerca sul problema
- Formulare sfide creative
- Generare idee
- Combinare e valutare le idee
- Definire un piano d’azione
- Agire
1. Identificare il problema
Il primo e più importante step del CPS è identificare il vero problema o obiettivo. Questo passaggio è molto complesso proprio per la sua apparente semplicità; molto spesso, infatti, quello che ad un’analisi superficiale (spesso le persone si fermano a questo livello, da qui poi nascono le difficoltà) riteniamo essere il cuore del problema, non lo è. Chi conosce la tecnica dei cinque perché del lean thinking sa già che non bisogna fermarsi alla prima impressione, ma non tutti sono allenati ad andare al fondo delle situazioni.
La tecnica è molto semplice: bisogna chiedersi il perché di un problema e alla risposta ancora perché. Il tutto per cinque volte, portandosi al centro del problema.
Faccio un esempio banale: potrei essere alla ricerca di un nuovo lavoro perché sento che sto troppo stretta con i soldi che guadagno. La soluzione potrebbe apparire evidente. Ma se mi chiedo: perché non ho abbastanza soldi, la risposta potrebbe essere: perché ho troppe spese. Ma perché ho troppe spese? Questo mi costringe ad analizzare le cause delle mie spese e potrei scoprire che spendo in beni essenziali e utenze, non eliminabili, ma anche che butto via molti soldi in cose non essenziali. O, al contrario, che quelli che ritengo beni essenziali sono molto al di sopra delle mie possibilità (casa troppo di lusso per le mie entrate, macchina molto costosa, ecc.) e da lì risalgo ancora indietro fino a capire il perché di certe scelte.
A questo punto mi sarà chiaro che il problema non sta nello stipendio troppo basso che mi obbliga a cercare un lavoro migliore, quanto nella mia incapacità di gestire adeguatamente le spese (che a sua volta può derivare da aspetti psicologici che devo modificare per essere più morigerata e non cercare nello shopping il riempimento di un bisogno che va cercato altrove).
Altre domande che possono essere utili nell’identificare il problema sono: “Cosa desidero veramente realizzare?”, “Cosa mi impedisce di raggiungere l’obiettivo?”, “Come posso immaginarmi tra 5 anni se risolvo il problema? “, “le persone che conosco con problemi simili, come li stanno affrontando? “
Alla fine di questa ricerca, dovrebbe essere decisamente più chiaro quale sia il vero problema e obiettivo.
Già in questa fase, è bene iniziare a definire i criteri che si useranno per valutare o giudicare le idee. Questo prima di avere “partorito” le idee stesse, in modo da non essere fuorviati dall’attrazione per qualcuna di esse per motivi non oggettivi. Dovrai quindi considerare, ad esempio, se ci sono limitazioni di budget, tempistiche o altre restrizioni che influenzeranno la possibilità di proseguire con un’idea; allo stesso tempo cosa si vuole realizzare, cosa si desideri evitare, ecc. Elabora quindi una lista di 3-5 criteri di valutazione essenziali, poi metti la lista da parte.
2. Fare una ricerca sul problema
Il secondo passo è quello di svolgere delle ricerche sul problema individuato per poterlo comprendere meglio. Internet, giornali, libri, domande ad amici, colleghi e familiari sono tutti metodi validi e da utilizzare in combinazione per potere ottenere feedback differenziati che diano una visione a 360 gradi.
3. Formulare sfide creative
A questo punto, è arrivato il momento di trasformare questi problemi in sfide creative. Un metodo è quello di porsi una domanda che incoraggi suggerimenti o idee, cioè che cominci con “In che modo potrei …?”.
Le sfida creativa deve essere semplice e focalizzata su un singolo problema. Ad esempio, la domanda: “Come potrei risolvere il mio problema di riempire i vuoti con lo shopping e imparare a tenere un bilancio accurato di entrate ed uscite?” non è corretta, perché unisce due sfide separate, complica la ricerca della soluzione che deve risolvere entrambe le sfide, portando in questo modo a ridurre e bloccare la generazione di idee. In questo caso, andrebbero separate in due sfide differenti.
Solo successivamente potresti valutare il modo di coordinare alcune soluzioni trovate per ottenere una strategia che risolva entrambi i problemi. Oppure capire che una è propedeutica all’altra a e vanno affrontate separatamente e in momenti differenti.
Per ora lascia ancora da parte i criteri di valutazione, non includerli nella sfida. Ad esempio, se hai limitazioni di budget per la tua soluzione, non chiederti: “come potrei risolvere il problema dello shopping compulsivo con una soluzione che non mi costi troppo”? Questo è un altro modo che porta a limitare il pensiero creativo. Ci sarà spazio successivamente per riprendere i criteri e fare le valutazioni.
Un altro metodo che ti aiuta a formulare sfide creative è il metodo SCAMPER.
4. Generare idee
È arrivato il momento di generare le idee per ciascuna singola sfida, da affrontare separatamente. Cerca di generare quante più idee senza preoccuparti, in questo stadio, che siano sensate, logiche, che rispondano ai criteri, ecc. Dai libero sfogo alla creatività, da solo o in gruppo, a seconda del problema e dell’ambito in cui nasce, secondo la tecnica del brainstorming. E’ fondamentale scrivere ogni idea generata, anche se ti appare assurda o non adeguata al problema. Non è ora il momento di dare giudizi.
Se si è in gruppo, vale il principio di non giudicare anche le idee altrui per evitare di scoraggiare la formulazione di soluzioni creative sia attraverso commenti ma anche con sguardi, risatine o qualsiasi mezzo che porti a screditare la persona. La critica è il più potente inibitore della creatività personale e di gruppo! Fra l’altro, a volte una soluzione può essere esageratamente fantasiosa e non applicabile, tuttavia (soprattutto se si è in team) può dare origine ad uno spunto valido che viene preso da qualche altro partecipante per trovare una soluzione più adatta.
Non fermarti finché non hai raggiunto l’obiettivo di almeno 30-40 idee; se lavori con altre persone, imposta un limite di tempo di 20 minuti (o di più, a seconda delle necessità). Al termine, confronta le soluzioni e crea una lista che le includa tutte. Se sei in gruppo, chiedi ad ognuno se ha qualche altra soluzione da aggiungere, visto che vederle raccolte insieme potrebbe dare nuovi spunti ai partecipanti.
Utilizza tutti i modi che possono darti ispirazione: chiediti come tua nonna, il tuo amico o il tuo collega risolverebbe la sfida, fai una passeggiata lasciando fluttuare i pensieri (ma annota le soluzioni che emergono!), apri il dizionario e scegli una parola a caso e ingloba questa parola in tutte le soluzioni, ecc. Un’altra idea per ispirarci è quella di dormirci sopra; dopo avere generato le tue idee, attendi fino al mattino dopo e prova a tornare sopra alla sfida; la tua mente inconscia durante la notte ha probabilmente lavorato sul problema e potrebbe ispirarti altre soluzioni.
5. Combinare e valutare le idee
Dopo aver scritto tutte le tue idee, fai una pausa, più o meno lunga a seconda delle tue possibilità. Quindi esaminale nuovamente; quelle che hanno una correlazione possono essere unite in cluster di idee.
Quindi, tira fuori di nuovo la lista dei criteri che avevi realizzato. Non concentrarti sulle idee che ti piacciono di più, ma passale tutte al vaglio dell’elenco predisposto ed elimina solo quelle nettamente insufficienti in tutti o quasi i criteri predisposti.
Una volta realizzata quindi una lista più ristretta con le idee che hanno superato la selezione, analizza ciascuna con più attenzione. Fai un’analisi del grado in cui soddisfa ciascun criterio assegnandole un punteggio per ognuno che va da 0 (nessuna soddisfazione del criterio) a 5 (perfetta corrispondenza). Se un’idea non soddisfa un criterio, pensa al perché. C’è un modo in cui può essere migliorata per aumentare il suo punteggio? In tal caso, prendi nota. Al termine, ogni idea avrà il suo punteggio. Le idee con il punteggio più alto nei vari criteri saranno le più risolutive (anche se non necessariamente quelle che preferisci, ma è il risultato quello che conta) .
In alcuni casi, le soluzioni trovate possono essere entusiasmanti e potrai iniziare da subito a implementarle; in altri casi, potrebbe essere necessario svilupparle ulteriormente.
Se le idee sono molte complesse, potrebbe essere necessario andare più a fondo nella valutazione, usando – ad esempio – un’analisi SWOT (punti di forza, punti deboli, opportunità e minacce) o discutere l’idea con altri coinvolti. Più è complesso l’ambito in cui si situa la soluzione, più profonda sarà l’analisi (ad esempio, in caso di azienda che potrebbe richiedere ricerche di mercato, costruzione di un prototipo, ecc.).
6. Definire un piano d’azione
A questo punto, le soluzioni ci sono; arriva la parte che dovrebbe essere più semplice, eppure per molti è la più complicata: agire! Soprattutto quando si richiedono grandi cambiamenti oppure rischi. Elabora un piano d’azione con i semplici passaggi che devi intraprendere per attuare le tue idee. Le idee che richiedono molto lavoro vanno suddivise in una serie di attività più semplici da eseguire in sequenza.
7. Agire
Ora sei pronto e puoi passare all’azione.
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