Le risorse umane del futuro: intervista a Domenico Saldutto

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Nell’articolo precedente abbiamo parlato delle soft skills che saranno più richieste nel futuro prossimo alle risorse umane. Il mondo del lavoro, infatti, sta cambiando rapidamente e, con esso, le richieste del mercato. In una realtà sempre più articolata non è strano immaginare che, accanto a conoscenze tecniche raffinate, sia via via necessario migliorare anche le proprie competenze soft, che hanno più a che fare con l’ambito del pensiero critico, di quello creativo e dell’intelligenza emotiva. Capacità essenziali se vogliamo sapere navigare adeguatamente situazioni complesse e che richiedono un’alta adattabilità, capacità di problem solving e abilità di stare in gruppo.

Capacità che permettono di adeguarsi più facilmente alle sfide tecnologiche che l’innovazione porta ai lavoratori con una velocità mano a mano crescente. E alla quale dovranno approcciarsi anche coloro che, di questi lavoratori, si occupano, cioè i professionisti delle Risorse Umane (HR).

Per capire cosa ci attende nel futuro, lo chiediamo a chi in questo settore opera direttamente e vede da vicino i cambiamenti che si stanno imponendo ai dipendenti. E, di conseguenza, anche a chi di loro si occupa.

Oggi abbiamo come ospite Domenico Saldutto che risponderà alle nostre domande sulle sfide del futuro, sulla formazione che i lavoratori dovranno affrontare, sugli effetti dello smart working, sull’impatto dell’intelligenza artificiale.


Partiamo con le presentazioni. Di cosa ti occupi nello specifico?

Sono Domenico Saldutto, mi definisco DSlarisorsaumana, professione HR Specialist  riconosciuto e abilitato con tesserino professionale. Mi sono prima formato con un master in Organizzazione & Human Resources Management e poi tramite esperienze professionali partendo inizialmente da uno stage presso la nota Agenzia per il lavoro Synergie, filiale di Bergamo. La nostra professione non ha, infatti, albi o ordini professionali dedicati.

Sono un Business partner consultant dei servizi HR nei rapporti e contatti con le Agenzie per il lavoro, con le società di consulenza HR per i servizi al lavoro e svolgo ricerca e selezione come Recruiter del personale.
Insomma, sono appassionato a 360 gradi nel mondo della consulenza. Sia a supporto dei candidati alla ricerca di una occupazione o ricollocamento professionale sia delle aziende per soddisfare le richieste nella ricerca dei migliori candidati, professionisti, talenti. Inoltre, promuovo come ambassador findsol.it il  mercato del lavoro e dei servizi rivolto alle Agenzie per il lavoro e alle società, come vetrina per il digital marketing e pubblicità, trovando soluzioni per il loro business.

Quali sono, secondo te, le sfide per i lavoratori del prossimo futuro?

Devono saper cogliere la principale sfida dell’innovazione e della trasformazione digitale sia nei lavori tradizionali che nelle “professioni trend top 2023” da qui al 2030. Per intenderci, alcune di queste sono specialisti nella green economy, tecnici di automazione e della robotica digitale, nuove professioni nell’agroalimentare indirizzate ai giovani esperti di agricoltura 4.0, manager della sostenibilità.

Ciò non significa che devono sostituirsi alle macchine o perfino ai robot; anzi, dovranno imparare a convivere nel rapporto uomo-macchina.

Saranno tra i protagonisti della sfida tecnologica in atto da 2.0 a 4.0, ma anche oltre. Infatti l’onda tecnologica avanza e arriverà a  5.0, 6.0, 7.0… ogni giorno c’è una scoperta. Basta pensare alle macchine elettriche e ad idrogeno, ai droni e alle altre scoperte che ogni giorno avvengono in ogni ambito dalla scienza alla tecnologia.

Su cosa dovranno formarsi e come?

Devono investire nella formazione 4.0 con percorsi di specializzazione in vari ambiti. Pensiamo alla tecnologia IT, informatica e telecomunicazioni, i settori sono diversificati ma riguarderanno parecchi ambiti, in base alle necessità della società moderna, che erano già emersi  prima del periodo della pandemia.

Dovranno frequentare le academy online e i percorsi ITS che sostituiscono l’obsoleta alternanza scuola lavoro, tra cui la robotica e automazione digitale, la logistica 4.0 applicata (pensiamo al settore ceramico, ad esempio), ma anche l’agroalimentare con l’utilizzo dei droni e, in chiave moderna, la green economy.

E quali sono le sfide del futuro per chi si occupa di risorse umane? Quali gli aspetti su cui focalizzarsi e formarsi principalmente?

Sicuramente la sfida dei futuri HR 4.0 è che dovranno essere digital smart, multitasking e sempre più orientati al risultato. Saper confrontarsi e aggiornarsi in team con webinar e eventi dedicati  sui temi della Work Balance e Digital Recruiting, e sull’utilizzo dei software  CRM sempre più evoluti e delle piattaforme innovative; in era app e social network, infine, anche come influencer, cioè dovranno saper essere disinvolti col digitale e testimonial verso i potenziali clienti e partner.

Gli aspetti più importanti su cui focalizzare l’attenzione saranno la gestione del personale con l’avvento di nuovi software per le paghe, con la nuova figura del payroll specialist sempre più richiesta dalle aziende, ma non solo. Pensiamo a nuove figure professionali come gli orientatori in Agenzia per il lavoro, anche l’orientatore virtuale, Head Hunter, Business Life Coach nelle aziende.

Come ha impattato lo smart working nell’approccio al lavoro? Sia lato dipendente che lato dirigente/imprenditore, quindi colui che deve valutare il lavoratore da remoto?

Lo smart-working è stato complesso, difficile da gestire nel periodo della pandemia, non possiamo nasconderlo. Questo perché non si era pronti sia nel settore pubblico che nel privato.

Tuttavia, ciò ha permesso, seppur in un periodo emergenziale, sia ai dipendenti che agli imprenditori di fare della propria azienda una postazione hub in smart-working da remoto, utilizzando le attrezzature e apparecchiature e adottando un nuovo modello di lavoro. Il quale, grazie al coordinamento e alla supervisione, ha funzionato. A dimostrazione delle potenzialità della tecnologia che lo ha reso possibile.

Pertanto potrà e dovrà funzionare anche nel prossimo futuro, considerando che le aziende in prospettiva diventeranno hub tecnologici 4.0. 

Oggi il progresso corre sempre più in fretta. L’intelligenza artificiale, di cui si parla continuamente, ha o avrà a breve un effetto nel mondo del lavoro per i dipendenti? Quale?

La trasformazione è stata radicale in moltissimi ambiti lavorativi; l’effetto già lo abbiamo riscontrato, in termini positivi sulla qualità, minor costi e tempi di lavoro.

E lato gestione risorse umane?

Con l’avvento dei software ATS, big data e cloud, l’intelligenza artificiale ha iniziato a far parlare di sé. Lo abbiamo sperimentato in primis noi addetti HR, ad esempio nelle candidature e nella ricezione dei CV. Non si tratta più di fantascienza; ogni giorno siamo chiamati a scegliere anche grazie alle applicazioni che utilizziamo, che ci consentono di essere supportati dalla tecnologia, la quale ci accompagnerà sempre più nelle nostre attività di HR & Digital Recruiter.

Come può cambiare il lavoro di chi gestisce gli aspetti più psicologici e umani del lavoratore in un mondo che sembra affidarsi sempre più alle macchine e alle relazioni a distanza?

Il mondo del lavoro in continua evoluzione evolve anche nelle dinamiche del mercato del lavoro con la convivenza uomo–macchina. Le macchine, ribadisco, secondo il mio punto di vista non sostituiranno completamente l’uomo. Anzi, l’essere umano ne trarrà benefici stimolando il lavoro attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie tra cui le macchine e i robot che diventeranno colleghi di lavoro. Sarà questo il plus, dipenderà da noi come sapremo interagire. Occorrerà pazienza all’inizio, i cambiamenti sono sempre duri e lenti da digerire.

Pensi che col tempo il fattore umano diventerà sempre più marginale o sempre più importante?

Mi piace pensare secondo questa frase: “l’uomo al centro della trasformazione tecnologica protagonista del cambiamento con mindset 4.0 per l’innovazione”.

Si dice che le nuove generazioni abbiano una visione diversa del mondo del lavoro, meno improntata alla carriera e più alla sostenibilità e ad una conciliazione fra tempi di vita e di lavoro. Qual è il tuo parere?

Le nuove generazioni vanno incoraggiate e stimolate pensando alla qualità e non soltanto alla quantità delle ore di lavoro, pertanto bisognerà rivedere questi aspetti.

 Tutto ciò sta già avvenendo con dibattiti che dovranno tradursi in azioni concrete, come nel caso di alcune importanti aziende che stanno pensando come mettere in pratica i modelli virtuosi. Vedasi la settimana corta e i benefit ai lavoratori dipendenti e ai collaboratori.

Come si pongono le aziende, oggi, per agevolare questa maggiore conciliazione vita-lavoro? Soprattutto in Italia, stanno al passo o faticano?

Lavorando a contatto con le aziende in Italia, posso dire che siamo ancora indietro se guardiamo i modelli virtuosi già applicati in Europa.

Ci sono dei segnali che incoraggiano, però. Consideriamo le ultime novità di Banca Intesa San Paolo e dell’Agenzia per il lavoro Ali Spa che hanno iniziato a sperimentare la settimana corta oltre ad alcune note aziende che stanno incentivando pacchetti benefit per i lavoratori. Questo significa puntare al benessere dei dipendenti conciliando lavoro e tempo libero.

Che consigli daresti a giovani che volessero impegnarsi in un lavoro come il tuo?

Ci sono passato prima…il mio percorso è stato una gavetta! Penso allo stage post master, che cercavo ovunque. Io l’ho svolto a 1000 km, alla mia prima esperienza e non è stato né semplice né facile. È una realtà da raccontare: il telefono, le candidature, i colloqui fatti,  la valigia sempre in mano per andare a trovare le opportunità. Vi parlo di un giovane appassionato e visionario, in un percorso dove si sale e si scende come sulle montagne russe.

Pertanto il consiglio che mi sento di dare è di essere sicuri di iniziare questa avventura  nel mondo delle risorse umane, fare stage anche senza un ritorno, perché naturalmente bisogna investire. Questa è l’unica strada percorribile. Vi consiglio di sviluppare relazioni, conoscere chi lavora nell’ambito HR, partecipare a seminari, eventi, iscriversi a club, associazioni. Un giorno, dopo averlo provato sulla pelle, comprenderete il significato di questa professione affascinante e stimolante per chi ci crede.


Come sempre, un grazie di cuore a Domenico Saldutto che si è messo a disposizione di Menteinnovativa per spiegarci le evoluzioni dei lavoratori e del reparto HR nel prossimo futuro. Sfide complesse li attendono, ma anche molto avvincenti!

Di seguito, i riferimenti di Domenico:

Foto Domenico Saldutto

Web: https://findsol.it/ds/

Linkedin: https://www.linkedin.com/in/domenicosaldutto/?originalSubdomain=it

Instagram: https://www.instagram.com/dslarisorsaumanafindsolutions/

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